Mare e Natura

La costa dei grifoni – mare e natura
Immersa nella nitida luce del Mediterraneo, la costa che va dalla baia di Poglina fino a Bosa annovera una grande varietà di ambienti naturali. Lungo il litorale si alternano spiagge di sabbia finissima, imponenti falesie a picco sul mare, scogliere inaccessibili ed invitanti calette. In queste lande la natura regna incontrastata, sotto l’occhio vigile dei grifoni che volteggiano solenni sulle balze scoscese. Sono luoghi di una bellezza selvaggia, atavica, dove la rara presenza dell’uomo ha lasciato solo labili tracce, dove ancora la fauna e la flora originaria della Sardegna sussistono nel proprio contesto naturale: per la sua specificità ed unicità l’intera area costiera, da Alghero sino a Bosa, è candidata a diventare Patrimonio Mondiale dell’Umanità per l’Unesco.


Per ammirarne i maestosi panorami ed esplorarne l’ambiente intatto e primordiale seguiamo la SP 105 litoranea Alghero-Bosa: subito dopo il km 8, al confine fra Alghero e Villanova Monteleone, incontriamo per prima la bella spiaggia di Poglina, che deve il nome alla finezza della sua sabbia, paragonata al “fior di farina”, poddine in lingua sarda. Dotata di ampi parcheggi, aree di sosta, servizi balneari e di ristoro armonicamente integrati con l’ambiente naturale, con la vicina spiaggia de Sa Mandra ‘e Sa Pedra rappresenta un’ottima alternativa agli affollati lidi della vicina Riviera del Corallo. Ritornati sulla provinciale, portiamoci all’altezza del bivio per Villanova (km 13): dai bordi dello strapiombo sul mare potremo ammirare le falesie Le Croci, imponenti pareti di roccia verdolina sospese sulle profondità marine. Ardui sentieri assai ripidi ed accidentati conducono, fra ginepri, ginestre e palme nane, alla base delle falesie ed alla vicina piccola penisola rocciosa de Sa Mesa ‘e s’Attentu, protesa su acque blu cobalto.

Procedendo verso Bosa, le montagne avanzano verso il mare con aspri versanti intervallati da ripide gole, l’ambiente assume caratteri primordiali: un folto mantello vegetale, quasi impenetrabile, contorna lunari declivi di nuda roccia, intagliati e traforati dal vento. Sui fianchi montuosi possiamo leggere attraverso le stratificazioni la storia geologica del territorio. Il panorama è dominato dall’elevato profilo di Monte Mannu, che dai suoi 801 metri precipita verso il mare con una discesa mozzafiato. Al km 15, affacciata a sud-ovest, spicca Sa Rocca Pinta, il più rilevante monumento naturale della zona: una grandiosa parete calcarea, cesellata dal vento in forme che richiamano arcaici bassorilievi. Dall’alto, inespugnabile sul suo bastione roccioso, l’antica torre di Badde Jana veglia sul litorale. Presso il km 17.5, sulla sinistra, notiamo una stretta gola lussureggiante di vegetazione, incisa dalle correnti di un torrente. Percorrendo un precario sentiero lungo il corso d’acqua che si dipana fra rari endemismi vegetali, giungiamo alla spettacolare cascata de s’Istrampu de su Segnore, al centro di un maestoso anfiteatro naturale sormontato da inaccessibili pareti.


La strada adesso risale per un tratto l’alta costa, discendendo poi verso il confine fra i comuni di Villanova e Bosa, dove l’attraente caletta di Porto Tangone offre ai visitatori la sua spiaggia incontaminata e solitaria, pregiato ornamento incastonato fra le scogliere ciclopiche. E' possibile accedervi percorrendo alcuni tracciati che si diramano dalla provinciale intorno al km 21,5. Più a sud la strada si dirige verso l’interno,bianchi coni di nuda roccia dai ripidissimi versanti digradano verso il mare: ci affacciamo sul selvaggio e solitario promontorio di Capo Marrargiu. Lontano da centri abitati, l’ambiente naturale qua si conserva del tutto inalterato. Fra le sue rocce nidifica l’ultima colonia di grifoni d’Italia, assieme ad un variegato stuolo di rapaci ed uccelli marini, facilmente osservabili in ogni stagione. Le alte coste rocciose nascondono calette di rara bellezza alternate a grotte a fior d’acqua, dove fu segnalata la presenza della foca monaca. Isolati sulle scogliere, raggiungibili quasi solo via mare, alcuni vecchi stabilimenti minerari sono il trascurabile segno dell’uomo nell’area. Meritano una visita le cangianti policromie marine di Cala Ittiri, paradiso dello snorkeling, raggiungibile da uno sterrato che si diparte poco prima del km 14 della strada provinciale SP 49 oppure via mare; la piccola spiaggia presso l’Isola Pagliosa, al vertice del promontorio; le miniere di Porto Baosu, al centro della costa occidentale, la grotta de Su Bilone, sull’angolo meridionale: tutti siti raggiungibili esclusivamente a piedi, percorrendo i rari sentieri rurali che attraversano il promontorio.


Lasciamo ora l’area di Capo Marrargiu, continuando il nostro percorso verso Bosa. Al km 8,8 della SP 49, una strada sterrata conduce all’insenatura di Porto Managu, dove si apre una finissima spiaggia ambrata affacciata su fondali azzurri, immersa nel verde della macchia che ricopre anche l’isolotto al centro della baia. Da qui in poi la costa si addolcisce, il mare diventa più facilmente raggiungibile, i segni delle attività dell’uomo si fanno evidenti. Lungo il litorale piccole spiagge e calette sono intercalate a piscine naturali e scogliere, con esiti spesso sorprendenti, come a Tentizzos, all’altezza del km 6 della provinciale: qua alcune testimonianze del passato arricchiscono un ambiente rimasto ancora integro, con le domus de janas omonime, scavate fra gli affioramenti calcarei che coronano l’area, e la sagoma di Torre Argentina, antica torre aragonese sotto la quale si trovano altre domus de janas. Più avanti, circa un chilometro dopo Tentizzos, troviamo l’esotica baia di Cala Cumpoltittu, con la sua spiaggia incastonata fra alte pareti di bianca roccia. Siamo ormai alle porte del centro abitato di Bosa, e al termine del nostro percorso: prima di arrivare alla città tuttavia merita di essere citata ancora la vasta area de S’abba Drucche, intorno al km 3 della SP 49, dove, fra le numerose insenature, distinte dalla spiaggia principale più frequentata, si celano alcune splendide spiaggette sabbiose.
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