Descrizione Area SIC

Il Sic Entroterra e zona costiera tra Bosa, capo Marrargiu e Porto Tangone

Il sito di importanza comunitaria (sic) “ entroterra e zona costiera tra Bosa, capo Marrargiu e Porto Tangone” (ITB020041) istituito ai sensi della direttiva comunitaria Habitat (92/43/CEE), è inserito nel sistema di aree dedicate alla conservazione della biodiversità, appartenenti alla rete ecologica natura 2000. Il Sic ricomprende un’area di 29.634,00 ettari(è infatti uno dei SIC più grandi di tutta la Regione Sardegna) ricdente in 7 comuni: Villanova Monteleone(comune capofila), Alghero, Bosa, Monteleone Roccadoria, Montresta, Padria e Romana. La vasta area di natura effusiva si caratterizza per le coste alte e per le piccole spiagge, ora sabbiose ora ciottolose, nelle quali la poseidonia (habitat prioritario) e le associazioni alofile rupicole della classe Chritmo-Limonieta qui sono ben rappresentate. In questi luoghi si racconta gran parte della storia geologica della Sardegna, con le formazioni a Cuestas verso la costa, che formano vasti altipiani e vallate verso l’interno.L’area interna è caratterizzata dai boschi nei quali dominano le tre querce sarde, il leccio (Quercus ilex), la sughera (Quercus suber) e la roverella (Quercus Pubescens); boschi affascinanti anche nel periodo invernale, imprigionano le nebbie e trasformano il contesto in uno spazio quasi irreale. Non mancano vaste aree a macchia mediterranea, con la diffusa presenza di fillirea, corbezzolo, lentischio, mirto, cisto, citiso e ginestra. Lungo la fascia costiera, soprattutto all’inizio della primavera, si possono ammirare le euforbie arborescenti che colorano di giallo e bianco i versanti che guardano il mare. In un’area dove il tempo sembra essersi fermato e l’ambiente ben conserva il fascino di un contesto selvaggio e in perfetto equilibrio con l’uomo, si possono ritrovare estesi boschi e piccole praterie, in una moltitudine di habitat distribuiti dalla costa sino all’entroterra.

Il SIC “Entroterra e zona costiera tra Bosa e Capo Marargiu e Porto Tangone” ospita un elevato numero di specie faunistiche e soprattutto avifaunistiche, molte delle quali inserite nell’Allegato I della Direttiva Uccelli Selvatici (79/409/CEE). In particolare nel sito risede e si riproduce la più importante colonia nazionale del Grifone (Gyps Fulvus).

L’habitat naturale 

Il paesaggio di questi luoghi è spesso caratterizzato dall’imponente fioritura di ginestre odorose, che tingono di giallo i versanti delle colline e conferiscono un delicato profumo all’aria circostante. Completano il bouquet molte specie endemiche, come la ginestra di Corsica, il rosmarino costiero, la menta di Sardegna, il timo di Sardegna, l’elicriso, l’erba Gattinara, la stregona di Sardegna, che si uniscono ad altre specie rare in natura come l’agrifoglio e l’alloro.

La stagione primaverile regala un’esplosione di fioriture di orchidee selvatiche e della rosa di montagna, mentre quella autunnale offre una moltitudine di funghi, dai porcini ai prataioli, che rappresentano un importante risorsa gastronomica e turistica per l’area.

Nelle coste si trova la crucianella marittima (Crucianella maritima) e il giglio di mare (Pancratium illyricum) specie rara presente solo in limitati settori della Sardegna, Corsica e dell’Arcipelago Toscano. Nelle fasce costiere rocciose si rinvengono il il finocchio marino (Chrithmum maritimum) e numerose specie endemiche rare come lo statice. Non mancano inoltre endemismi come Borago pigmea, Helichrysum italicum ssp., microplyllum, Evax rotundata, Arenaria balearica. Importante è la presenza della ginestra odorosa, Calicotome Spinosa, specie pioniera che colonizza le aree più difficili. Nel SIC di particolare importanza è la componente faunistica, con la presenza a livello del mare della Patella gigante (Patella Ferruginea), specie ormai in estinzione per i prelievi non regolamentati, mentre nell’entroterra troviamo le farfalle, con la specie endemica Papilio ospiton, che con la sua livrea gialla, nera e blu vive sulle formazioni di ferula. Sono però gli uccelli rapaci uno degli elementi caratterizzanti il SIC; di particolare importanza il grifone (Gyps Fulvus) specie che si nutre delle carcasse degli animali, l’avvoltoio monaco (Aegypius monachus) ed il falco pellegrino (Falco Peregrinus), che invece sono attivi su prede vive.


Buone norme di comportamento

Le azioni di conservazione e di gestione del SIC sono in larga parte affidate al Piano di Gestione del SIC, approvato dall’Assessorato della Difesa Ambientale della RAS. Questo, in virtù del riconoscimento delle rilevanti opportunità di valorizzazione ambientale dell’area, individua specifiche azioni rivolte al mantenimento o al ripristino dell’integrità degli habitat e alla tutela delle specificità naturalistiche presenti, conformemente alle direttive europee e alle esigenze di sviluppo economico del territorio.

Il Piano di Gestione fornisce alcune semplici ma importanti indicazioni finalizzate ad evitare processi di degrado e perdita di biodiversità.

In particolare suggerisce di evitare:

• La cattura, l’uccisione o le azioni di disturbo alla fauna selvatica, in particolare nel periodo riproduttivo;

• La raccolta ed il danneggiamento della flora spontanea, in particolare delle specie di rilevante interesse comunitario;

• L’introduzione in ambiente naturale di specie di flora e fauna estranea a quelle locali;

• Il prelievo di materiali di interesse geologico e paleontologico;

• L’abbandono o la dispersione di prodotti inquinanti di qualsiasi natura, compresi i rifiuti liquidi a mare;

• Il campeggio al di fuori delle aree autorizzate;

• L’accensione di fuochi all’interno del perimetro del SIC.